Ieri il raid dell’Iran in Pakistan, oggi quello del Pakistan in Iran. Ma perché i due Paesi si stanno attaccando? Ieri, in un raid organizzato con droni e missili, il blitz iraniano in Pakistan ha preso di mira, dice la Repubblica islamica, un “gruppo terrorista” che aveva “cercato di infiltrarsi sul nostro territorio per compiere sabotaggi”. I missili e i droni iraniani, secondo le prime ricostruzioni, hanno preso di mira quartier generale del Jaish al-Adl, movimento separatista sunnita del Baluchistan che darebbe ospitalità ai miliziani iraniani.
Iran e Pakistan, ecco perché si stanno attaccando
Quindi qual è il problema tra i due Paesi? Il problema è che al confine tra Iran e Pakistan c’è una provincia, chiamata Sistan e Beluchistan, dove vive e opera una movimento separatista sunnita. L’Iran, invece, è bene ricordarlo è una teocrazia islamica sciita. In Pakistan, invece, la maggioranza della popolazione è sunnita.
Sunniti e sciiti sono, se le vogliamo descrivere così, due diverse interpretazioni dell’Islam e da sempre sono in concorrenza militare, politica e religiosa tra loro.
Oggi il Pakistan, dopo l’attacco di ieri, ha reagito colpendo proprio nella provincia del Sistan e Beluchistan. Nel raid pachistano sarebbero morte nove persone e tra loro ci sarebbero anche tre donne e quattro bambini.
L’escalation tra Iran e Pakistan ha creato allarme a Pechino, che ha lanciato un appello ai due Paesi alleati alla “moderazione”.
Dopo i raid in Siria e Kurdistan l’Iran, con lo sfondo di quel che sta accadendo a Gaza e in Yemen dove operano gli Houthi vicini alla Repubblica islamica, ormai sembra sempre più volersi mettere in gioco nello scacchiere mediorientale.